Roncan
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Un po' di storia...

 

mappa 1620-1640 Tracce dell'esistenza di Roncan sono presenti nella carta del Bellunese e Feltrino inserita ne "l'Atlante geografico d'Italia" edito a Bologna tra il 1620 ed il 1640 da Fabio Magini, con lavori del padre Giovanni Antonio Magini(1555-1617), ma anche nei documenti della Regola di Roncan e Col, a partire dal 1607.
mappa 1620-1640 Nei paesi vicini, alcuni segni di attività come pietre anticamente lavorate, fanno risalire all'epoca romana l'insediamento di popolazioni nella nostra zona. Alcuni monili dell'età romana o precedenti, ritrovati a Roncan sono ora conservati nel Museo Civico di Belluno. Nella particolare qui a destra Roncan è riportato come Rocan. Nel 1709 diventerà parte del comune di “Capo di Ponte”, oggi Ponte nelle Alpi.
Roncan può quindi a pieno titolo fregiarsi di una storia ultracentenaria.
La frazione di Roncan Roncan è posta a circa 600 m slm, sulla dorsale del Col Visentin. L’origine del nome è probabilmente latina e si può ricondurre a due significati. La desinenza in “ano” era usata dai romani per indicare il “possedimento di…”, Roncan potrebbe quindi esser stato il territorio di Runchus (S. Sacco, 1977; p 27). Una seconda ipotesi riconduce il toponimo al verbo latino “runcare” (dissodare la terra), richiamando l’attività agricola presente in tutto il territorio (S. Sacco, 1977; p. 30).
Fino a non molti anni fa ogni famiglia del paese coltivava il proprio campo. Vicino ad ogni casa era presente una stalla con almeno una mucca, e chi non aveva lo spazio teneva l’animale presso una stalla in affitto. Ogni mattina ed ogni sera il latte appena munto veniva portato presso la latteria sociale dove si produceva burro e formaggio. Le produzioni erano però molto scarse così molti trovavano impiego come scalpellini nelle cave delle frazioni vicine o erano costretti ad emigrare (Sud America, Francia, Svizzera). L’abilità acquisita nell’uso delle pietre si ritrova nei muri a secco, nei tetti in pietra delle case, nei basso-rilievi che le decorano.
Roncan Oggi le stalle sono state trasformate in abitazioni o magazzini, ma in alcuni casi sono ancora riconoscibili.
Burcio Anche la latteria Sociale sta vivendo un nuovo utilizzo, come sede dell’associazione “il Burcio”, dal nome dello strumento utilizzato per la produzione del burro.

Il territorio è ricco di “vene” acquifere. In tutta la frazione sono ancor oggi presenti molti degli abbeveratoi, fontane e lavatoi costruiti nel tempo. Fontana Tra i pochi abbeveratoi-lavatoi rimossi c’è quello della piazza del paese, eliminato per dare spazio all’attuale parcheggio. Si trattava di una grande fontana in pietra rossa, divisa in due da un muretto: la parte verso la strada era usata come abbeveratoio, quella retrostante come lavatoio. Il muretto era invece usato dai giovani del paese per sfidarsi in prove d’equilibrismo e non di rado qualcuno faceva un bagno “fuori programma”.
Fontana vecia La fontana più famosa è però ancor oggi “Fontana Vecia”, alimentata da una sorgente costante che permetteva agli abitanti di fruire dell’acqua anche nei periodi di siccità. La fontana si trova dietro la piazza, sul tracciato dell’antica via degli Zattieri, una strada che attraverso il Fadalto permetteva agli zattieri di ritorno dalla pianura di fare rientro a casa. Oggi questo tracciato è per larga parte non percorribile perché invaso dalla vegetazione.


Il santuario della “Madonna degli spasemi”

Chiesa

Chiesa


La piccola chiesa, la cui presenza è segnalata già nel XVI secolo, è intitolata a San Tommaso. Attorno ai primi decenni dell’ottocento inizia ad esser conosciuta come santuario mariano in virtù dell’intensa devozione popolare per la “Madonna degli spasemi”, una Vergine su tela posta nell’altare minore. Dalle diverse frazioni del Comune ma anche dall’Alpago e da zone più distanti i pellegrini venivano ad implorarla per guarire dalle “spasemade” (paure).
Purtroppo i numerosi e preziosi ex-voto non sono più presenti.

Altare La chiesa, recentemente restaurata, si presenta con un’unica navata. L’altare principale ha forma semicircolare e si chiude in alto con una semicupola in lastre di pietra di Cugnan, che originariamente erano usate per la copertura di tutto il tetto.





Altare Coro Il campanile è attaccato alla chiesa a destra dell’ingresso principale. Questa scelta, in contrasto con la tradizione dell’architettura italiana che vede i campanili staccati dalle chiese, è stata quasi certamente dovuta dallo spazio limitato, tra le due strade, nel quale già in origine si era inserita la chiesetta. L’unica campana del campanile è ricordata con affetto dagli abitanti per la sua storia travagliata: nel 1917 è sequestrata dagli austriaci per essere fusa, venne rifatta nel 1918 fondendo i cannoni della vittoria. L'8 Agosto 2006 alla presenza del Vescovo e delle autorità comunali si è svolta la festa per la fine del recente restauro.(clicca qui per vedere le foto della giornata di festa)



Confessionale Scala coro


Tre croci per non dimenticare



Con l’occupazione di Belluno da parte delle forze tedesche nel settembre del 1943, inizia anche per Ponte nelle Alpi, come era accaduto per molti altri territori europei controllati dall’apparato bellico nazista e fascista, il periodo della Resistenza. Diversi giovani del Comune, anche dalla frazione di Roncan, entrarono a far parte delle brigate di partigiani che operavano nel territorio, partecipando ad importanti azioni di contrasto agli occupanti.
Nel luglio 1944 avvenne a Roncan un fatto grave che le tre croci ricordano. Vittorio Casanova, il fratello Giuseppe e Antonio Pareschi che da Ferrara era venuto a cercar rifugio a Ponte nelle Alpi, furono fucilati dai tedeschi.
Croci I tre, venuto a sapere che i tedeschi stavano cercando due partigiani, per paura del rastrellamento, come altri nella frazione scapparono. Uscirono da una finestra sul retro e si misero a correre sul prato sotto il paese. I tedeschi avevano appostato una mitragliatrice a Col di Cugnan, dove oggi si trovano le poste, da lì li videro e li falciarono con raffiche di mitra. A ricordo di questo fatto e della tragedia della guerra ci sono ancor oggi tre croci in pietra nel punto dove sono stati uccisi.

   
Frazioni di Roncan e Cornolade Alte - Ponte nelle Alpi - Belluno - Italy